PROGRAMMA NUOVI COMMITTENTI AL CARCERE DI MILANO-BOLLATE Facciata ed Esterno dell’Asilo Nido della II Casa di Reclusione di Milano Bollate

Project location: Italy, Bollate (MI)
Project start date: February 2015 - Project end date: April 2015
Project number: 2015-092
Beneficiary: Fondazione Adriano Olivetti

[NEP2015-002]

La Fondazione Adriano Olivetti nasce nel 1962 con l’intento di raccogliere e sviluppare l'impegno civile, sociale e politico che ha distinto l'operato di Adriano Olivetti, imprenditore piemontese morto nel 1960. Nelle sue finalità statutarie vi sono "la promozione, l’incoraggiamento, e l’organizzazione di studi indirizzati ad approfondire la conoscenza delle condizioni dalle quali dipende il progresso sociale".
In linea con questo mandato, la Fondazione svolge attività di ricerca e e promozione culturale e scientifica, con un approccio interdisciplinare, in quattro principali aree  d’intervento: Istituzioni e società; Economia e società; Comunità e società; e Arte, architettura e urbanistica.
In linea con il pensiero comunitario di Adriano Olivetti e con l'idea dell'arte e della cultura come strumento di progresso sociale, a partire dal 2001 la Fondazione Adriano Olivetti ha introdotto in Italia il programma Nuovi Committenti.

La finalità di Nuovi Committenti è quella di attivare e recepire una domanda d'arte, di qualità della vita, di integrazione sociale o di recupero urbano, rendendo possibile una partecipazione diretta dei cittadini/committenti alla concezione dell'intervento artistico. Nuovi Committenti è stato concepito da François Hers e promosso  a livello europeo dalla Fondation de France fin dal 1991.
Nuovi Committenti consente a qualsiasi soggetto, pubblico o privato, di commissionare un’opera d'arte che risponda a un desiderio collettivo di auto-rappresentazione o una richiesta di miglioramento delle condizioni di vita o di lavoro, grazie alla congiunzione di tre attori: il cittadino, che da destinatario si trasforma in committente, il mediatore culturale, che interpreta l’esigenza della committenza e l’artista chiamato a progettare e poi a realizzare l’opera che risponde a tale esigenza. Con Nuovi Committenti e il processo di mediazione culturale che sottende ogni intervento, l'arte contemporanea diviene strumento utile per rispondere in modo innovativo istanze di vivibilità e sviluppo sostenibile dei luoghi, di integrazione sociale e di riqualificazione di aree e siti degradati.

Torino-Mirafiori Nord (2000-2006) è stata la prima applicazione italiana di Nuovi Committenti, avviata nel Comune di Torino in risposta ad una richiesta dagli abitanti di Mirafiori Nord, un quartiere operaio al servizio del complesso Fiat. L'obiettivo di questa iniziativa è stato quello di rafforzare l'identità di questo territorio e assistere gli abitanti del quartiere nel recupero dei loro spazi urbani.
I primi quattro progetti sono stati inaugurati nel 2008 con opere di: Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Claudia Losi e Lucy Orta.

Nel 2009 la Fondazione ha promosso l’applicazione Nuovi Committenti all’Università Luiss Guido Carli di Roma, attraverso il progetto Green University,  commissionato e realizzato da un'associazione studentesca interna all’ateneo. Il progetto è stato incentrato sui temi della responsabilità ambientale e su un modello di università sostenibile. La prima fase di Green University si è conclusa nel dicembre 2009 con l'installazione dell’opera dell’artista Ettore Favini.

Nel 2012 la Fondazione Adriano Olivetti ha avviato il progetto Nuovi Committenti al Carcere di Milano- Bollate, con la committenza della Direzione della II Casa di Reclusione di Milano - Bollate.

La II Casa di reclusione di Milano – Bollate nasce nel 2001 come istituto a trattamento avanzato teso al recupero socio lavorativo dei detenuti.
Il progetto Nuovi Committenti | Bollate si sviluppa con l’intento di aprire un’area della struttura detentiva all’intera collettività, nell’ambito di un piano di intervento predisposto dall’amministrazione carceraria per migliorare la qualità della vita e rendere più sereno il clima lavorativo all’interno del carcere. La richiesta della committenza del Carcere è stata di intervenire nell’area destinata ad ospitare un asilo per i figli degli agenti di polizia penitenziaria e sullo spazio esterno di pertinenza allo stesso, riqualificando la facciata e garantendo la possibilità di fruire anche l’area verde attigua, con l’auspicio di poter accogliere, in un secondo momento, i bambini delle famiglie che abitano le zone limitrofe.

L’area è posta in relazione con il tessuto cittadino grazie ad un ingresso indipendente e con Nuovi Committenti si mira a migliorarne la percezione e il dialogo attraverso mediante l’istallazione di un’opera d’arte pubblica, creando così un luogo di incontro e svago aperto a tutta la collettività.

Gli architetti Giovanni Fabbrocino e Viviana Saitto sono stati identificati come mediatori, figure chiave di supporto alla Committenza nella realizzazione del progetto. Dopo aver analizzato e discusso le necessità e le richieste con i Committenti, i mediatori hanno individuato Francesco Simeti come l'artista più adatto a tradurre in forma concreta i loro desideri.

La politica dell'Amministrazione penitenziaria dei circuiti penitenziari differenziati prevede per ogni tipologia di detenuti una risposta punitiva differente, bilanciando l'aspetto punitivo e quello rieducativo della pena.
Creare un carcere diverso significa che tutti devono giocare un altro ruolo rispetto alla tradizionale cultura carceraria, tanto gli agenti di polizia penitenziaria quanto i detenuti.
Per realizzarlo si lavora su diversi livelli. Il primo è la progressiva perdita dell’autoreferenzialità dell’istituzione. Nel carcere di Bollate gli operatori del territorio (enti locali, terzo settore ecc.) lavorano quotidianamente al fianco della polizia penitenziaria e degli educatori per favorire i processi di reinserimento sociale dei detenuti. Il secondo è la responsabilizzazione del detenuto rispetto all’organizzazione della giornata detentiva e alle scelte sulle attività da impiantare all’interno. Lo svolgimento delle attività, la cura degli spazi e la partecipazione dei compagni vengono affidate ai detenuti, costantemente monitorati e seguiti dagli operatori. Il terzo livello è quello dell’organizzazione di opportunità lavorative e formative all’interno dell’istituto.

Bisogna quindi lavorare su più fronti, in primo luogo creando uno spirito di squadra, per poter passare da un’organizzazione verticale a una orizzontale, ovvero più di stampo manageriale. L’aspetto più complesso è il cambiamento della professionalità  degli agenti di polizia penitenziaria, non più custodi dei corpi, ma chiamati a un lavoro di osservazione del detenuto e a uno scambio continuo con gli operatori senza divisa. Il benessere lavorativo degli addetti del carcere è condizione imprescindibile per motivare ciascuno al cambiamento.  Preparare i cittadini detenuti, già durante la pena, ad affrontare l’esterno in modo libero e dignitoso non significa soltanto costruire tout- court opportunità lavorative e soluzioni socio-abitative; vuol dire anche costruire un clima e un ambiente che non peggiorino gli individui, attenuando la morsa del controllo totale, sostituito progressivamente da un sistema di regole compreso, condiviso e rispettato. Il carcere viene dunque concepito come una piccola città, in cui la sicurezza è la custodia delle regole piuttosto che dei corpi reclusi degli abitanti.
Essenziale per la procedura detentiva è il recupero e lo sviluppo dell’identità del detenuto attraverso il reinserimento in ambito socio lavorativo. Il programma si basa sulla possibilità per i detenuti di seguire corsi scolastici e di formazione professionale e l’opportunità di lavorare all’interno e all’esterno della struttura. L’Istituto promuove la partecipazione dei detenuti ad attività culturali anche attraverso l'apporto di associazioni del privato sociale e del volontariato.

L’applicazione Nuovi Committenti all’Istituto Penitenziario di Bollate si inserisce in un precedente piano di riqualificazione dell’area - “Progetto Benessere Polizia Penitenziaria, 2010/2011” - finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli ufficiali di Polizia Penitenziaria impiegati nel Carcere attraverso il tentativo di alleviare il disagio emotivo scaturito dal distacco quotidiano e costante degli stessi rispetto al contesto territoriale e cittadino.
Nuovi Committenti | Bollate interviene con l’obiettivo di rinnovare zone interne ed esterne originariamente progettate al fine di creare luoghi piacevoli e rilassanti per il personale e le loro famiglie. Tali spazi saranno aperti anche ai residenti dell'area, in modo da rafforzare l'integrazione - fino ad ora molto limitata - tra gli addetti e gli abitanti del circondario. Un luogo ricreativo aperto al pubblico aiuta a rendere il tempo libero del personale meno alienante, a beneficio di quel cambiamento culturale che è tra gli obiettivi della Direzione dell’istituto. La creazione dell’asilo nido all’interno del Carcere vuole essere di sostegno agli  agenti di polizia penitenziaria e alle loro famiglie nel gestire i figli piccoli, che possono avvalersi così di una struttura  vicina al proprio luogo di lavoro. 
Dall’avvio al suo piano di realizzazione, il progetto è stato progressivamente modificato e arricchito: dal progetto preliminare (2013) si è passati allo sviluppo del progetto esecutivo (estate 2014).
Durante gli incontri tra i Committenti e i Mediatori è stata condotta un’analisi del contesto penitenziario e dell’ambiente urbano circostante che ha determinato l’emergere di alcune considerazioni essenziali per l’intervento:
-   i bisogni di un luogo di incontro collettivo nei pressi del centro di detenzione, dove le famiglie ed i bambini potessero intrattenersi;
-  le caratteristiche dell’intervento nella zona esterna interessata dal progetto: come spazio di svago, fruibile in qualsiasi stagione,  occorreva creare delle zone d’ombra, attraverso coperture che lo rendessero utilizzabile in tutte le condizioni atmosferiche;
- la necessità di creare un collegamento tra l’area dell’Asilo e del Carcere e l’esterno - attualmente delimitati da una grande recinzione metallica - attenuando l’impatto negativo della separazione e, attraverso l’intervento artistico, accentuare il senso di inclusione e integrazione.

L’opera site-specific dell'artista Francesco Simeti è stata concepita per rispondere a queste necessità, riqualificando la facciata dell'edificio e l'area verde adiacente. L’artista, coadiuvato dai mediatori, ha sviluppato un progetto esecutivo che prevede una copertura composta da un mix di elementi verticali e orizzontali: una micro-architettura, con zone d'ombra, in grado di integrare ed armonizzare spazi esterni ed interni, oltrepassando così la visuale negativa della recinzione.

La struttura sarà anche luogo di sperimentazione multisensoriale grazie all'inserto di diversi elementi e materiali: pannelli in ceramica stampati a motivi naturali e artificiali ed elementi colorati. Tali componenti articolano lo spazio creando un giardino – labirinto definito dalla luce che filtra dalla struttura, una sorta di percorso multisensoriale, sia visivo che tattile.
La natura ha un ruolo fondamentale nel progetto: in collaborazione con la Cooperativa sociale Cascina Bollate, che opera con i detenuti all’interno del Carcere, Francesco Simeti ha individuato specie arboree appartenenti al territorio lombardo in via di estinzione e arbusti di vario tipo, riprodotti nei pannelli e che verranno fatti crescere nel giardino, creando un ambiente in bilico tra natura e artificio, divertente ed educativo allo stesso tempo.

La nuova facciata dell’asilo e lo spazio verde prospiciente saranno progettati e percepiti come un lavoro collettivo, nato dalla collaborazione di artisti, professionisti e detenuti coinvolti nella realizzazione. L’opera vuole simboleggiare una modalità diversa di intendere un centro di detenzione: non una struttura chiusa, avente lo scopo di separare i detenuti dall'esterno, ma un istituto aperto ad un rieducazione pro-attiva.
A seguito della complessità dell’intervento, i tempi e le modalità di esecuzione sono stati soggetti a successive variazioni; contestualmente si è dovuto incrementare il fund-raising per far fronte all’incremento dei costi preventivati per il progetto. 

Anche l’apertura dell’asilo nido, inizialmente prevista per il 2014, è slittata al 2015: sono stati organizzati due open-day dalla cooperativa sociale a cui è stata affidata la gestione dell’asilo e dalla Direzione del carcere – in cui è stata coinvolta anche la Fondazione con la presentazione del progetto Nuovi Committenti -  per far conoscere la struttura agli addetti e agli abitanti del circondario, ma non hanno dato i risultati sperati: non essendo stato raccolto il numero minimo di iscritti l’avvio del nido è stato posticipato alla primavera/estate 2015. L’insieme dei fattori ha inciso nella fase esecutiva del progetto. Per facilitare il dialogo tra la struttura carceraria e il contesto circostante, e affinché l’asilo possa diventare un luogo condiviso, si comprende come la mediazione culturale sia davvero molto importante per risolvere i problemi emersi e facilitare il dialogo tra le comunità all'interno e all'esterno del carcere.

Al momento della presentazione della richiesta il progetto esecutivo dell’artista Francesco Simeti, corredato dalla documentazione tecnica necessaria quali rendering architettonici e verifiche strutturali, è pronto per la messa in opera. Tutti gli step preliminari sono conclusi ed è in avvio la delicata fase di avvio del cantiere per l’installazione delle componenti architettoniche funzionali al montaggio dei pannelli.

Per la sostenibilità della fase esecutiva la Fondazione Adriano Olivetti ha implementato nel corso del 2014 il piano di fundraising presentando richiesta di contributo per il  progetto a Fondazione Cariplo, nell’ambito del programma specifico Progetti Territoriali. Fondazione Cariplo ha accolto la proposta con una stanziamento a parziale copertura dei costi; la Fondazione Adriano Olivetti è riuscita a coinvolgere nel progetto anche sponsor tecnici, in particolare per la fornitura del ferro.

La Fondazione Nando ed Elsa Peretti ha finanziato questo progetto, rispondendo alla necessità di trovare un ulteriore sostegno per l'installazione della struttura e dell’opera di Francesco Simeti, un processo particolarmente impegnativo e oneroso (come sottolineato dalla documentazione allegata), e dall’urgenza di promuovere contestualmente una serie di attività di comunicazione e laboratoriali, per la conoscenza del progetto Nuovi Committenti al Carcere di Bollate e la diffusione dei risultati. Attività queste che vedranno il coinvolgimento di tutti i partner del progetto, sia privati che pubblici.
Una volta conclusa l’installazione dell’opera avrà quindi inizio un programma di presentazioni e incontri, rivolti al carcere, al terzo settore e alla filantropia, e al pubblico più ampio. L'obiettivo è quello di discutere, a partire dall’esperienza Nuovi Committenti, di interventi artistici per lo spazio pubblico, processi partecipativi come strumenti di resilienza sociale e programmi culturali nei centri di detenzione. Inoltre saranno organizzati eventi di mediazione culturale e laboratori per tutta la comunità al fine di renderla pienamente consapevole del progetto realizzato e dei suoi effetti positivi.

In tale ottica la Fondazione Adriano Olivetti ha proposto un intervento in occasione della prossima Annual General Assembly dell’European Foundation Centre a  Milano   (20-22 maggio 2015).
L’intervento, attualmente in definizione, proporrà un focus sul seguente tema:

Crossing boundaries, connecting communities: art, culture and social innovation
Focus on: organize development strategies, policies and resources, facilitating the creation of active networks within communities and developing collaborative processes to find solutions through  art and culture and sharing needs of a community to accompany development and sustainable growth.

Inoltre a maggio 2015 prenderà avvio a Milano EXPO '2015: l’appuntamento della  Fiera Internazionale sarà occasione per comunicare e promuovere il progetto Nuovi Committenti a Bollate. Il centro di detenzione Bollate si trova infatti nella zona di Rho-Pero, vicina ai padiglioni dell’Expo, e approfittando di questa vicinanza geografica sarà si potrà portare l'attenzione del pubblico sul progetto realizzato all’Asilo Nido del Carcere di Bollate, a quel punto aperto a tutta la collettività.

L'opera, progettata in collaborazione con la Direzione della II Casa di Reclusione di Milano-Bollate, sarà completata nella primavera del 2015, le presentazioni sono in programma tra la primavera e l'estate 2015.

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